L'EUROPA "LONGOBARDA": MODELLO DI STUDIO E META DI VIAGGIO




2024 18 marzo

Convegno ''Fattore T'': valori e confronti tra Storia altomedievale e attualità storica

Ing. Carlo ABBA’ Assessore alle Attività produttive e Marketing territoriale della Città di Monza - Apre i lavori introducendo il tema del convegno la cui finalità è di sviluppare una giornata di riflessione sulla ripresa e rilancio dell’Itinerario culturale sul tema dei Longobardi promosso alla Associazione Longobardia di cui è partecipe il Comune di Monza.


 Prof. Paolo PILOTTOSindaco della Città di Monza - Porge il saluto ai presenti e ai convegnisti ricordando, in particolare, quelli che sono giunti da lontano dimostrando il persistente interesse per il rilancio del programma di consolidamento dell’Itinerario culturale “Longobard Way across Europe” - finalizzato alla rinnovata candidatura per l’inserimento dell’Itinerario longobardo nella lista degli Itinerari Culturali Europei. Itinerario ideato e sviluppato dalla Associazione Longobardia della quale il Comune di Monza è partner diretto. Il Sindaco prosegue sottolineando anzitutto l’importanza di essere all’interno di un circuito basato su un patrimonio storico condiviso: nel caso, quello longobardo. Da qui l’importanza di utilizzare la Cultura come azione di marketing territoriale. Monza – prosegue – partecipa a una iniziativa che è in grado di collegare Paesi europei e Regioni e città italiane dal Nord al Sud. E’ questo il senso dell’Itinerario europeo. “E noi – prosegue – ci sentiamo profondamente europei. Ricordo che l’Europa, quale oggi conosciamo, è nata da un dato economico: la Comunità del carbone e dell’acciaio poi il Mercato Unico e infine l’Unione Europea. Ma l’idea che i Padri fondatori coltivavano era di partire da motivazioni e da radici culturali che facciano avvertire alle popolazioni uno stretto legame basato sulle tante esperienze storiche: dalla cultura greco-romana e latina, al cristianesimo, di cui la regina Teodolinda è stata potente promotrice, ad altre tradizioni e culture delle Genti europee. Un obiettivo, quello dei Padri fondatori, che oggi molti sembrano dimenticare. Recuperare invece parte della propria Storia apre alla bellezza e alla positività delle relazioni con gli altri, agli incontri, alle collaborazioni. E in questo quadro che anche turismo e marketing territoriale assumono un loro importante significato.   


 Ing. Carlo ABBA’ Assessore alle Attività produttive e Marketing territoriale della Città di Monza - Richiama due spunti espressi del Sindaco: le radici culturali d’Europa ed il primo popolo “europeo”, i Longobardi capaci di evolversi lungo il millennio del loro itinerario trans-europeo da tribù originaria a realtà etnica complessa e molto sofisticata per l’epoca altomedievale. L’odierno convegno si articola in più parti: la spiegazione di cos’è l’itinerario longobardo, la parte più propriamente storica e infine le esperienze organizzative nel Centro e nel Sud Italia e quelle sviluppate in altri Paesi europei partecipi dell’iniziativa e portatori di proposte di cooperazione. Ricorda che la candidatura dell’Itinerario è stata presentata all’Istituto di Lussemburgo già nel 2016, è stata accettata nella sostanza con richiesta di integrazioni. Dopo la sospensiva degli anni del Covid e della conseguente necessità di riprendere il cammino, ora si è ripartiti con l’obiettivo di effettuare le richieste integrazioni e di ripresentare il Dossier a Lussemburgo.


 Prof. Gian Battista MUZZI, Presidente Associazione Longobardia - Traccia in sintesi la storia della candidatura e quali ne sono stati i passaggi. Traccia quindi la storia della migrazione del popolo longobardo attraverso l'Europa e il suo stanziamento in Italia. Un percorso che si traduce nel tracciato di un “corridoio geo-culturale europeo” che attraversa il continente dal Nord al Sud. L’Itinerario “Longobard Ways across Europe” ideato, coordinato e proposto dall'Associazione Longobardia si modella su quel percorso, basandosi sugli oltre mille anni in cui la presenza longobarda è certificata dai molteplici ritrovamenti archeologici e da numerosi studi storici. Tanto vale sia per le Germania, l'Ungheria, la Rep. Ceca, l’Austria, la Slovenia e in parte la Svizzera, sia - a maggior ragione - per l'Italia dove la diretta dominazione longobarda si protrasse, tra Regno e successivi Principati indipendenti del Sud, per ben mezzo millennio (568-1076). Suddivisione dell’Itinerario – L'Associazione Longobardia ha suddiviso questo lungo percorso in quattro macro-aree: Nord-Europa (Germania), Centro-Est, area del Regno longobardo d’Italia; aree del Mezzogiorno d’Italia ove sopravvissero, dopo la fine del Regno (568), i Principati longobardi Salerno, Benevento e Capua che ricoprono l’attuale area di ben 7 Regioni. Territori nei quali la Cultura longobarda si è arricchita con gli apporti di genti bulgare (alleate dei Longobardi) e con il contatto – anche spesso conflittuale – con arabi, slavi e infine normanni. Accanto all’attività diretta dell’Associazione e a quella benemerita e fortemente radicata e propositiva del Gruppo Archeologico Salernitano, la visione d’assieme dell’area Sud d’Italia viene ora rafforzata – proprio in virtù degli ulteriori 300 anni di vita del dominio longobardo dopo la fine del Regno - dalla partnership creata con la prestigiosa Associazione ANIMI, storica e autorevole voce scientifico-culturale che sostiene gli interessi del Mezzogiorno d’Italia. Organizzazione All’interno di ciascuna delle 4 macro-aree l’Itinerario è suddiviso in molteplici “Cluster identitari”: ovvero un insieme di territori ciascuno contraddistinto da proprie peculiarità. Gli elementi costitutivi di ogni “Cluster identitario” sono anzitutto: la specifica storia longobarda ivi sviluppatasi; la configurazione geomorfologica e naturalistica del territorio di riferimento; le tipologie di utilizzo del territorio da parte dei Longobardi. Sono poi considerate le risorse endogene di interesse turistico (agroalimentare, enogastronomia, artigianato, altre produzioni e servizi). Tutti elementi che, presi assieme, qualificano, valorizzano la specifica identità di ogni Cluster, distinguendolo dagli altri Cluster e preservando la rispettiva  specifica identità non-riproducibile. “Monza-Brianza” rappresenta il prototipo dei “Cluster identitari”. In ogni Cluster l’attività è svolta da gruppi locali di intervento e organizzazione. Il ruolo dell'Associazione è di assicurare da un lato l’operatività del sistema, di programmarne e coordinarne le iniziative di valorizzazione, promozione e di rappresentanza istituzionale. Dall’altro lato di fornire ai gruppi di intervento dei vari Cluster consulenza per l’organizzazione e lo sviluppo locali, oltre che assisterli nella progettazione locale e favorirne la partecipazione in progettazioni e cooperazioni di respiro interregionale, nazionale, europeo. Infine, di garantire una generale rappresentatività istituzionale.


 Prof. Gianpaolo D‘ANDREAPresidente Associazione A.N.I.M.I. (Associzione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d'Italia)- Ringrazia il Sindaco per l’intervento pieno di contenuti e di significati per l’odierno incontro. Rileva in premessa un eccesso di contemporaneismo che dimentica gli eventi del passato e soggiace agli elementi del dibattito contemporaneo il quale finisce per alterare l’interpretazione delle cose e degli aspetti di lunga durata facendo emergere categorie oggettivamente improprie nella riflessione storiografica di lunga durata. Viceversa il percorso è eurocentrico. Infatti se c’è una identità possibile del nostro popolo, nella nostra storia è senz’altro quella eurocentrica. Di un’Europa, occorre dire, che non è solo occidentale a che arriva sino al Mediterraneo e come tale era considerata nella consapevolezza antica e come tale era passata nelle tradizioni non soltanto degli studi ma anche nel comune sentire delle genti, sino a che le vicende della storia non hanno enfatizzato popoli e Stati in forma antagonistica e non in forma complementare. Se dobbiamo ripartire dalla azione longobarda, dobbiamo partire dal tema della integrazione complementare che essi hanno realizzato nei vari territori nei quali si sono disseminati, seppure con diverse velocità. Ricorda la storia della associazione ANIMI fondata a Roma nel 1910 da fondatori sia meridionali sia settentrionali. Sempre obietti vo di ragionare sul Mezzogiorno con l’ottica i del Sud sia del Nord. La proposta di Associazione Longobardia ha integrato ANIMI per la sua natura. La volontà è di collaborare in sintonia con quanto già sviluppato sinora da chi ha operato. Accenna a prossimi convegni di cui è già trattato e che sono da sviluppare assieme. Tra i convegni uno a Salerno nel 2025. Elemento conduttore, la storia di quanto sviluppato dai Longobardi tra Nord e Sud. Una storia molto mossa ma anche complementare quella del periodo longobardo precedente l’arrivo dei Normanni-Svevi anche se il senso della presenza longobarda permane egualmente e non muore con l’affermazione della dominazione normanna. Permanenze longobarde si registrano nell’amministrazione del potere, nella lingua, nelle architetture. C’è poi il tema complesso della vita religiosa che merita una riflessione molto attenta e approfondita perché rappresenta il sottofondo di tutta la vicenda longobarda. In conclusione la rilettura e l’approfondimento di ricerche a tutto campo dello sviluppo dell’apporto longobardo nella vita e nella storia italiana ci consente di cogliere il valore di quel patrimonio e di tutto ciò che esso ha saputo significare nell’integrazione con le altre popolazioni locali, dando vita a una identità nuova. Studiare le componenti di questa identità ha lo scopo di apprezzare il valore della sintesi culturale operata nel passato come segno anche attuale per un futuro di pace, di costruttività e – per quel che interessa - di crescita in ottica di integrazione e di complementarietà.


 Dott.sa Sara MASSEROLI, Associazione Italia Langobardorum (sito-seriale UNESCO) - Ringrazia per coinvolgimento giornata di riflessione e di cultura. Spiega la natura e le caratteristiche del sito-seriale inserito nel Patrimonio Mondiale e costruito nell’ottica dei requisiti richiesti dall’UNESCO. Illustra quindi struttura e obiettivi ella Associazione Italia Langobardorum costituita, prima della presentazione della candidatura all’UNESCO, dai 7 Comuni in cui si trovano i beni artistico-monumentali oggetto di tutela, oltre che dal Ministero della Cultura e dalla Fondazione CAB. L’Associazione negli ultimi anni si è poi rafforzata con l’ingresso di soci sostenitori e soci aderenti. I principali obiettivi associativi sono anzitutto superare la lontananza nello spazio tra i luoghi del sito-seriale che sono diversi per tipologia e per composizione artistica e per coordinare le diverse gestioni locali dei ben oggetto di tutela. Naturalmente l’operatività associativa ha la funzione della gestione unitaria delle iniziative progettuali di sistema oltre che delle iniziative di diffusione della conoscenza sul fondamentale apporto longobardo nella costruzione della storia e della cultura europea. Pari attenzione è posta nelle azioni diffusione della consapevolezza sui valori del patrimonio nei luoghi in cui i Longobardi sono vissuti e dunque nell’estensione dell’intero territorio nazionale. La relatrice presenta quindi le molte attività formative e educative svolte negli anni verso il mondo della scuola e dà conto di altre progettualità e iniziative presenti nel Pino di gestione del sito-seriale, aggiornato nel 2011. Ambiti interessati e destinatari di interventi Progettualità e azioni concrete presenti nel Piano di gestione del sito-seriale e de Piano di promozione socio-economica, che sono stati aggiornati e rinnovati nel 2021. Tra le iniziative proposte: viaggi di istruzione e di visita nei 7 luoghi del sito-seriale; concorso per le scuole; miglioramento della accessibilità nei Musei e nei siti; produzione di modelli e di guide tattili per non-vedenti; edizioni di libri e cataloghi, allestimento di mostre itineranti; rifacimento e ristrutturazione dei siti web del sistema. Tra le attività da sviluppare – conclude – rientra a pieno titolo l’Itinerario longobardo che è un obiettivo condiviso e per il quale l’Associazione Italia Langobardorum è disponibile a fornire il proprio apporto partecipativo e collaborativo.


 Prof. Claudio AZZARA, Università di Salerno - La ricostruzione della vicenda storica del regno longobardo in Italia, sorto alla fine del VI secolo, e dei principati meridionali che ne proseguì l'esperienza fino all'XI secolo, è sempre stata condizionata dalle specifiche sensibilità e prospettive del presente. Almeno a partire dall’Ottocento, in una logica di storia nazionale, l’età longobarda è stata letta come una sorta di parentesi oscura nel flusso della storia italiana, una cesura tra gli splendori del passato romano e la rinascita del basso medioevo. I Longobardi furono quindi generalmente rappresentati come un corpo sempre rimasto estraneo alla civiltà italica, insediatosi nella penisola con la violenza di un'invasione e divenuto oppressore delle popolazioni autoctone, incapace di un'autentica integrazione finché non fu felicemente allontanato dall'alleanza tra il papato romano e la nascente potenza carolingia.Oggi, in una dimensione culturale complessiva più pienamente europea, facilitata anche dalla internazionalità della ricerca scientifica, nonché dal suo rinnovamento metodologico (con un confronto più sistematico tra fonti scritte e materiali), l'intera epoca storica in questione viene riletta senza non più in una chiave di “rottura” traumatica, quanto piuttosto in quella di una transizione complessa, di una graduale trasformazione politica, sociale, etnica, culturale conseguente al fenomeno delle “migrazioni di popoli” (e quindi non più di “invasioni barbariche”) , che alla fine offriva i tratti di una nuova civiltà, frutto di diverse mediazioni e processi di integrazione. La storia dei Longobardi è quindi oggi considerata nella sua interezza, nel lungo periodo e su scala europea, dalle prime testimonianze archeologiche lungo l'Elba agli ultimi siti dell'Italia meridionale, dalla genesi della gens in un mondo remoto e difficile epoca risalente all'estremo nord del continente europeo fino alla sua integrazione con la civiltà romano-cristiana in Italia, al termine di una migrazione secolare verso il Mediterraneo. Questa prospettiva consente di giungere ad una conoscenza scientificamente più corretta e completa della complessa vicenda dei Longobardi e di cogliere appieno, attraverso l'analisi delle tracce che essi lasciarono in molte regioni d'Europa e nella consapevolezza dei processi di profonda trasformazione derivati dalla gens Langobardorum, dai contatti con altre realtà incontrate nel loro cammino, dalla dimensione veramente “europea” della loro storia.


 Dott. Antonio BARONE, esperto di Itinerari Culturali Europei - Un Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa è definito come “un percorso attraverso uno o più Paesi o Regioni, che è organizzato attorno a temi di interesse storico, artistico e sociale europeo, sia per la disposizione geografica dell’itinerario che per il suo contenuto e significato “. Il Programma Itinerari Culturali nasce nel 1987 dalla consapevolezza – maturata all'interno di un gruppo di lavoro del Consiglio d'Europa – dell'esistenza di importanti luoghi di interesse culturale europeo e del ruolo che essi possono ricoprire per la promozione culturale del tempo libero. Da qui l'idea di favorire, attraverso il viaggio, la riscoperta della comunità culturale europea, anche nei Paesi dell'Europa centrale e orientale. Anche paesaggi e itinerari sono intimamente legati: la Convenzione Europea del Paesaggio promuove i valori del Consiglio d’Europa definendo il paesaggio come parte integrante delle identità locali e dell’identità collettiva europea. Attraverso questo programma, il Consiglio d’Europa offre un modello per la gestione transnazionale della cultura e del turismo e consente lo sviluppo di sinergie tra le autorità nazionali, regionali e locali e un’ampia gamma di associazioni e attori socioeconomici.Per attuare e sviluppare il Programma, nel 1998, è stato creato l’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali (IEIC), nel quadro di un Accordo Politico tra il Consiglio d’Europa e il Granducato del Lussemburgo, che regolava l’azione di questa istituzione in 49 Paesi firmatari della Convenzione e, a seconda della necessità geografica e storica dei temi, nei Paesi che hanno avuto e hanno tuttora rapporti diretti con il continente europeo.La certificazione di “Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa” è garanzia di eccellenza. Le reti sono tenute a realizzare attività e progetti innovativi relativi a cinque principali campi d’azione prioritari:• Cooperazione nel campo della ricerca e sviluppo• Miglioramento della conoscenza e diffusione della memoria, della storia e del patrimonio europeo• Scambio culturale ed educativo per i giovani europei• Pratiche culturali e artistiche contemporanee• Turismo culturale e sviluppo culturale sostenibileCampi d’azione prioritari da sviluppare anche nel contesto dell’Itinerario “Longobard Ways across Europe”: Ricerca e sviluppo; Turismo culturale – Sviluppo culturale sostenibile; Cittadinanza europea-Giovani europei; Interpretazione-Funzione narrativa; Pratica culturale e artistica contemporanea. L’Itinerario Culturale appartiene concettualmente a tutti coloro che vorranno contribuire alla sua nascita, sviluppo e consolidamento nel tempo, ed è fondato su un processo di cooperazione culturale


 Dott. Frank ANDRASCHKO, Hamburg University - Nella Germania settentrionale, dove si trovano le origini archeologiche di questa tribù germanica. Restano per ora nel mito le origini scandinave dell'originaria tribù dei Winnili e della loro prima migrazione sino alle foci dell’Elba. Parlando dei Longobardi, sorge spontanea una riflessione sulla nostra realtà attuale. A ben guardare le Genti longobarde a conclusione del loro difficile e lungo cammino evolutivo hanno saputo costruire le basi di una nuova Cultura europea. Valorizzare, come intendiamo fare, questo antico risultato ha il valore di incoraggiamento a cogliere e utilizzare le lezioni della storia per affrontare il nostro difficile futuro.In effetti viviamo tempi difficili e forse non è stato molto diverso nel periodo migratorio. Epidemie, guerre, cambiamenti climatici ci preoccupano oggi non diversamente da quanto accadde nel primo millennio dopo Cristo. E’ una considerazione su cui riflettere. Ma torniamo all’attualità. Negli ultimi anni, nella regione metropolitana di Amburgo sono state fatte scoperte durante gli scavi archeologici che possono essere collegate ai Longobardi nei primi secoli dopo Cristo. Il colpo di fortuna è rappresentato dagli ultimi scavi nei pressi di Stade, dove – nell’inverno del 2021 durante la costruzione di una strada per una nuova area di sviluppo ad Adendorf, vicino a Lüneburg, è stato scoperto un intero villaggio del cosiddetto periodo imperiale romano di duemila anni fa. Sono state trovate tracce di pozzi, piante di abitazioni, case a pozzo, forni e altre strutture. Inoltre, ci sono quasi 1000 chilogrammi di cocci di ceramica che possono essere chiaramente datati. E sono state rinvenute – a cura del Dipartimento archeologico del Distretto di Stade - ricche sepolture con resti umani di origine longobarda. Più recenti scavi nel sepolcreto hanno individuato una tomba principesca al centro di un vasto comprensorio sepolcrale longobardo con centinaia di urne e numerosi vasi metallici romani, dove si svolgevano anche atti rituali. Negli ultimi anni, abbiamo cercato di sensibilizzare l'opinione pubblica sul valore del patrimonio longobardo attraverso varie attività collegate all’Itinerario “Longobard Ways”. Tra queste cito conferenze specialistiche nei musei o nelle associazioni culturali, ma anche - come mezzo per preservare il patrimonio culturale immateriale - corsi sulle arti e i mestieri tradizionali longobardi in collaborazione con i centri di istruzione per adulti. In questo contesto, è interessante anche il fatto che nel 2019 i programmi di studio dei ginnasi della Bassa Sassonia sono stati modificati e il periodo delle migrazioni sarà trattato come argomento importante nella scuola superiore. A tal fine, abbiamo sviluppato programmi scolastici mobili che affrontano aspetti storici, politici e biologici in modo interdisciplinare, utilizzando la tribù dei Longobardi come esempio. Negli ultimi anni, con il sostegno del Ministero Federale dell'Istruzione e della Ricerca, abbiamo indagato sulla questione dell'esistenza di una relazione tra paesaggio, storia e persone e sul suo significato nel progetto comune transdisciplinare “Regiobranding”. I risultati sono di notevole interesse per il progetto longobardo. Ogni paesaggio culturale ha qualità individuali e racconta la propria storia con i suoi elementi paesaggistici e i suoi usi caratteristici. I paesaggi culturali contribuiscono quindi alla qualità della vita e hanno un'influenza significativa sull'immagine della regione. Tuttavia, il potenziale che i paesaggi hanno per la creazione di un'identità regionale non è ancora stato sfruttato appieno. “Regiobranding” ha creato una base per intensificare e consolidare l'identificazione dei cittadini con la regione e il suo paesaggio culturale. L'obiettivo era di aumentare l'impegno per la conservazione delle qualità paesaggistiche e rendere così più attraente l'immagine esterna della regione. Gli ambiti territoriali di studio erano la regione metropolitana di Amburgo e l’area della Camera dell'Industria e del Commercio di Lüneburg-Stade. E’ opportuno precisare – in una possibile ottica collaborativa – che la Regione metropolitana di Amburgo è una delle undici Regioni metropolitane della Germania. È costituita dalla associazione dei quattro Stati federali: Amburgo, Meclemburgo-Pomerania Occidentale, Bassa Sassonia e Schleswig-Holstein, nonché di 20 Comuni e dodici partner economici e sociali. È grande quasi quanto il Belgio e, con una popolazione di 5,4 milioni di abitanti (numero pari agli abitanti della Norvegia). L'obiettivo della cooperazione è promuovere lo sviluppo economico, tecnologico, spaziale, sociale e culturale attraverso i confini nazionali come spazio economico e di vita. Per quanto interessa l’Itinerario “Longobard Ways” – di cui Monza ed altri centri della Lombardia sono partecipi - la Regione metropolitana di Amburgo è tuttora interessata a realizzare uno specifico progetto bilaterale italo-tedesco di turismo culturale con un forte scambio in altri settori economici. Uno dei partner in questo contesto è l'associazione imprenditoriale “őkoregion”, una rete di aziende che operano in modo sostenibile nella Bassa Sassonia. Un settore importante e ampio è quello dell'agricoltura e dell'alimentazione. Nel frattempo, siamo riusciti a fare della dimensione storica delle nostre radici un fattore importante nella costruzione dell'immagine e nel marketing. L'associazione “Ökoregion” svolge un ruolo importante in questo senso. Qui si sono unite aziende che si sono impegnate per una produzione e commercializzazione sostenibile ed ecologica di prodotti vegetali e animali. Nel frattempo è nato il progetto di una “regione eco-modello”, finanziato dallo Stato della Bassa Sassonia e dall'Unione Europea. Si tratta di una collaborazione locale con il sistema “Ökoregion” e le piccole imprese della Lombardia e, come primo passo, dell’area di Monza-Brianza, può rappresentare (come a Parma) una seconda opportunità di cooperazione. Infine un tema, non meno importante: le Università dovrebbero sviluppare e implementare progetti tematici nell'ampio campo dell'orientamento applicativo interdisciplinare. E’ su questo tema l’apporto di Associazione Longobardia nel contesto di sviluppo dell’Itinerario europeo “Longobard Ways” può essere significativo e propositivo. Le prospettive sono chiare e aperte e la condivisa storia longobarda può essere il fil rouge di relazioni innovative e di fruttuose cooperazioni


  Dott. Crtomir SPACAPAN, Direttore Agenzia di sviluppo RRA Severne Primorške (Slovenia) - La Agenzia di sviluppo RRA svolge le proprie funzioni nell’ambito di due Regioni statistiche slovene: la Goriška (area del Goriziano sloveno) e la Obalno-kraška statistična regija (Regione statistica Litorale-Carso). Un territorio che vive oggi una straordinaria stagione di sviluppo turistico legato anche alle grandi attrattive naturalistiche che la Slovenia oggi sa offrire. Il passaggio o, piuttosto, il lento spostamento dei Longobardi attraverso l’attuale Slovenia ha lasciato tracce in più siti ed è avvenuto nell’arco di soli 150 anni, sino alla fase finale della migrazione di massa del 568. I siti dell'attuale Slovenia in cui sono stati rilevati reperti longobardi sono legati a due periodi: 1.      il ventennio in cui i Longobardi erano alleati/federati dell'Impero bizantino (dal 546/548 al 568) 2.      il periodo in cui il territorio della attuale Slovenia occidentale fu inclusa nell'ambito del Regno longobardo. Quest’ultima fase è documentata dai siti individuati nella Slovenia centrale e orientale: da Sisak, dai Gorjanci con i loro dintorni, dalla la bassa Sava, alla Bassa Carniola e la Slovenia centrale fino a Kranj e i suoi ampi dintorni.  I siti più importanti, comunque, si trovano a Solkan (presso Nova Gorica e a ridosso del Vipacco), Kranj e Bilje. Tutti siti ubicati in aree strategicamente e commercialmente importanti. Prerogative europee tra Nova Gorica e Monza – Il relatore si collega poi alla storia longobarda di Monza, nella sua qualità di iniziale sorgente della “primaria radice della Cultura Europea” grazie all’avvio del suo popolo al cattolicesimo promosso dalla regina Teodolinda. Lungo le sponde del Vipacco – “Frigidus” per i Romani – nel 394 dopo Cristo si combatté una decisiva battaglia vinta dall’imperatore d’Oriente Teodosio contro l’usurpatore Flavio Eugenio. Con la vittoria fu abbattuta l’ultima resistenza al Cristianesimo da parte dei seguaci del paganesimo. Poco dopo Teodosio morì, lasciando al generale Stilicone – comandante della cavalleria nello scontro del Frigidus - il compito di protettore dei figli Arcadio e Onorio. Nel prestigioso Museo e Tesoro del Duomo di Monza, si conserva il prezioso Dittico di Stilicone. E’ veramente straordinario il fatto – rileva – che sotto gli auspici di grandi personaggi storici di più epoche e infine nel nome dei Longobardi le vicende di Slovenia e Lombardia si intreccino nuovamente ai giorni nostri, in un modo del tutto speciale e con altissime valenze di livello europeo. Aggiunge poi: “Vengo ora all’attualità. L’Itinerario longobardo ha un grande valore considerando l’attribuzione alla Cultura longobarda da parte dell’UNESCO della qualità di “primaria radice della Cultura Europea”. Nel 2025 le città di Gorizia e Nova Gorica si fregeranno unitamente del titolo di “Capitale europea della Cultura”.   Storia e archeologia vogliono che nella località di Solkan – a ridosso di Nova Gorica – sia stata riconosciuta una necropoli longobarda e altre tracce risalgono lungo la valle del Vipacco e lungo l’Isonzo sino alle spalle prealpine di Cividale e alle valli del Natisone. Non sono necessarie delle spiegazioni per far intuire quali e quante opportunità si presentino alle comunità interessate da una condivisa esperienza storica che rappresenta importanti pagine della Storia e della Cultura europee”. A questo punto – prosegue – è utile considerare l’attualità delle istanze e delle prospettive di sviluppo socio-economico di territori che godono di una condivisa e prestigiosa storia culturale. In ciò aiutano le recenti relazioni avviatesi tra Slovenia e Regione Lombardia. Nel giugno del 2023 il ministro dell’Economia, del Turismo e dello Sport della Repubblica di Slovenia ha ospitato a Lipizza (luogo d’addestramento dei celebri cavalli della Scuola Spagnola di Vienna) il Presidente di Regione Lombardia, accompagnato da una sua delegazione. E’ stata qui chiarita la volontà di cooperazione considerando come ambiti primari d’attenzione il settore sloveno del legno ed i settori dell’economia circolare e della medicina. Più recentemente si è discusso a Postumia della Strategia Macroregionale Alpina EUSALP che coinvolge Lombardia e Slovenia. Un altro programma di cooperazione in itinere che dovrebbe protrarsi sino al 2027. Anche la Associazione Longobardia, nella propria dimensione, sta valutando la prospettiva di favorire la cooperazione turistico-culturale ed anche socio-economica dei territori “longobardi”, coinvolgendo partner istituzionali e locali per la possibile partecipazione, ad esempio, ai bandi del programma UE Spazio Alpino. Prospettiva che si ricollega – sempre in ottica “longobarda” - all’ampia area geografica transalpina tra Friuli, Slovenia e Austria, di cui ho parlato all’inizio, e alle aree di contatto tra Lombardia e Svizzera.


 Dott. Bendeguz TOBIAS, Accademia Austriaca delle Scienze, Vienna - Il relatore si occupa di ricerche, anche genetiche, sui Longobardi nell'attuale Austria orientale. Ha già assistito l’Associazione Longobardia nello sviluppo di un progetto transfrontaliero a valere sul bando Central Europe che aveva – tra gli altri- un partner culturale di primo livello in Austria - il “Naturhistorisches Museum” di Vienna - così come un soggetto economico di alto profilo istituzionale in Repubblica Ceca. Oltre alla stessa Agenzia slovena RRA del direttore Spacapan. Cultura ed economia non sono settori che vanno facilmente d’accordo. Ma quando esistono presupposti seri e prospettive concrete, tutto diventa più facile. L’Associazione Longobardia – precisa il relatore – ha dimostrato di saper operare affrontando un tema davvero complesso. Deve ora fare un ultimo tratto di strada, ma le linee operative che sono state concepite stanno facendo vedere un forte rafforzamento delle cooperazioni internazionali tra più settori e la possibilità di attivare, con importanti partner strategici, svariati progetti sui bandi-UE.


 Prof. Felice PASTORE, Coordinatore ATS Benevento-Salerno-Capua - L’ATS (Associazione Temporanea di Scopo) “Principati e Terre dei Longobardi del Sudnasce nel 2021 con atti deliberativi dei tre Comuni che furono capitali di Principati longobardi: Benevento, Capua e Salerno. A questi si sono aggiunti altri due Comuni importanti – Teano e Roccarainola – tutti con lo scopo di recuperare e valorizzare l'eredità culturale longobarda del Sud: un vasto ambito territoriale le tre istituzioni principesche vantarono autonomia politica e furono attrici di un grande incontro/scontro con Bizantini, Arabi, Bulgari, oltre che con le genti latine. Su queste realtà esiste un meritorio fiorire di studi specialistici, ma sono espressioni di una élite di studiosi certamente egregia, ma autoreferenziale e poco comunicativa. Parlando ora di turismo culturale basato sui Longobardi occorre dire che nel Sud Italia ci sono moltissimi riferimenti: castelli; cattedrali; monasteri; grotte affrescate. Ma anche elementi gastronomici da riscoprire e valorizzare. Le azioni sinora intraprese per promuovere queste realtà dell’Itinerario sono state sostenute dal volontariato di più realtà: dai Gruppi Archeologici d’Italia, dal Centro Studi sul Medioevo, dai Rievocatori beneventani; dal Touring Club ed altri ancora. Una attività intensa in un panorama dove i “diaframmi” sono massicci e talvolta bloccati. In base queste considerazioni è stato redatto un programma per eventi e cammini tra costa e hinterland da svolgersi tra primavera ed autunno; si è avviato il recupero dell'eredità immateriale di valore identitario locale ed europeo di San Michele Arcangelo con convegni e docenze gratuite e si è cercato di costruire la cultura del cammino lento, sostenibile ed esperienziale, in più abbiamo studiato il cammino dalla costa tirrenica a quella adriatica e si è introdotto e celebrato da anni il “Lunedì dell’Angelo”. Notevole infine l’esperienza di valorizzazione e gestione del complesso di S. Pietro a Corte, monumento eccezionale per essere un unicum in Europa per gli elevati murari di età longobarda, gestito dal Gruppo Archeologico Salernitano dei Gruppi Archeologici d’Italia. Il lavoro da compiere – Occorre rafforzare gli interventi per favorire il recupero del tardo-antico e alto-medioevo e dei luoghi raggiungibili attraverso un reticolo di Cammini locali compresi nel grande Itinerario, specie considerando che la “cultura del cammino” al Sud è pressoché assente. Molto conta allora la collaborazione con l’Itinerario Longobard Ways Across Europe per attivare in tempi brevi un progetto articolato di sviluppo dal basso, condiviso con scuole, Volontariato e Regione Campania.


 Dott. Andrea SANTOLINI, Vice Presidente Associazione Longobardia - Parla in sostituzione del prof. Bottazzi dell’Università di Parma che non ha potuto essere presente. Avendo partecipato alle varie riunioni in area parmense, il relatore può dare conto, in sintesi, di quanto sviluppato sinora.  Si è partiti inizialmente con 5 Comuni dell’Appennino parmense, ciascuno dei quali chiamato al pagamento della propria quota associativa. Si è successivamente convenuto fosse una migliore soluzione organizzativa accettare quale Ente aggregante i 5 Comuni una diversa realtà istituzionale nella quale gli stessi Comuni sono rappresentati. Nel caso parmense il GAL i quale a suo vola ha “girato” l’incarico a altro ente finanziato dallo stesso GAL , ovvero l’Associazione dei Parchi del ducato che ha regolarizzato la posizione verso l’Associazione Longobardia. Il primo obiettivo è stato individuato nel raccordo più stretto tra Comuni intenzionati a valorizzare il percorso longobardo dal Po all’Appennino. La prospettiva si è ben presto ampliata perseguendo un aspetto ancor più interessante, in coso di realizzazione: l creazione di un Cluster trans-appenninico che coinvolgerà ben tre Regioni: Emilia Romagna, Toscana e Liguria (con la città di Luni). Una testimonianza virtuosa ed anche un esempio di come sia possibile operare, nell’ambito del nostro Itinerario, con molta elasticità basandosi sulle direttrici che vengono stabilite dagli attori locali ai quali compete, in base alle sensibilità locali, l’organizzazione e la gestione del proprio “Cluster identitario” sempre d‘intesa con Associazione Longobardia che curerà invece gli interessi e la promozione dell’intero sistema dell’Itinerario.


 CONCLUSIONI ing. ABBA’ - Quella odierna è stata una mattinata molto interessante. Abbiamo opportunamente rinnovato la conoscenza e la consapevolezza di cos’è un Itinerario culturale; di cos’è in particolare l’Itinerario longobardo e di quali valori è portatore; abbiamo sentito l’esempio di Cluster già avviati, come al Sud, o in corso di avvio; abbiamo sentito proposte di collaborazione di livello europeo. Si tratta ora di sedimentare velocemente le informazioni e di programmare i prossimi passi. Tra qualche tempo convocheremo una nuova riunione per dare avvio alla costruzione del Cluster “Monza-Brianza” e verificare l’andamento negli altri Cluster.


 ___________________________


Da registrare la presenza in sala – e la successiva partecipazione attiva ai lavori dei Tavoli tecnici del pomeriggio e del giorno 3 marzo - della dott.sa Ralitsa SAVOVA, Corvinus University di Budapest e in rappresentanza anche dell’Accademia delle Scienze di Budapest e di Università bulgare.


 ___________________________


Nei giorni 2 e 3 marzo si sono poi sviluppati i lavori specialistici dei Tavoli Tecnici partecipati da una ventina  di esperti italiane ed europei aventi l’obiettivo di elaborare linee culturali e organizzative di sviluppo dell’Itinerario con particolare riguardo alle tematiche da sviluppare in due convegni da organizzarsi nel 2025 a Monza e a Salerno per accompagnare l’iter della rinnovata candidatura a Lussemburgo dell’Itinerario “Longobard Ways across Europe”.