Cappella Espiatoria





Una data rimane scolpita nella memoria storica monzese: 2 luglio 1900. Un evento: l’assassinio del re d’Italia Umberto I - reduce dalle premiazioni di una manifestazione ginnica monzese - ad opera dell’anarchico Gaetano Bresci il quale, con il regicidio, pare volesse vendicare la brutale repressione di una rivolta popolare esplosa a Milano dal 6 al 9 maggio 1898 e causata dal costante aumento del prezzo di pane e farina. Le truppe reali comandate dal generale Fiorenzo Bava Beccaris spararono sulla folla causando 80 o forse 300 persone (i dati sono rimasti discordanti) Re Umberto I decorò per questi fatti il generale.

Condannato all’ergastolo, il Bresci dichiarò sempre che il suo gesto estremo era stato un “atto di giustizia” ispirato dal popolo contro la figura del Re (ritenuto responsabile ultimo dell’eccidio), non contro la persona di Umberto. Ma altra corrente di pensiero imputò il regicidio a un vasto disegno anarchico, forse ispirato  dalla “Regina degli anarchici”, Maria Sofia di Borbone (sorella del'imperatrice d'Austria Elisabetta (Sissi) e consorte di Francesco II re delle Due Sicilie) e simpatizzatrice degli anarchici e - secondo una teoria - interessata a minare il Regno dei Savoia.

Per onorare la memoria di Umberto il figlio Vittorio Emanuele III commissionò la costruzione della Cappella Espiatoria, che sorge - nel luogo esatto dell’attentato - lungo il viale che conduce al Palazzo Reale. L’opera, progettata e avviata dall’architetto Giuseppe Sacconi fu proseguita e conclusa - alla morte di questi - dall’architetto Guido Cirilli e fu inaugurata nella ricorrenza del decennale del luttuoso evento. Il monumento - realizzato in pietra di Oggiono - è ornato da opere e corone votive in bronzo e da mosaici raffiguranti simboli e Santi della dinastia sabauda.

Ogni anno, il 29 luglio, presso la cappella viene tenuta una cerimonia di commemorazione, promossa dall’Istituto nazionale per la guardia d’onore alle reali tombe del Pantheon.



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